Società Agricola Brintazzoli: “Accoglienza emiliano-romagnola, saggezza della tradizione e moderna professionalità a servizio della produzione Dop”
Continuiamo a raccogliere le testimonianze di quei clienti che, dopo aver iniziato ad utilizzare i nostri prodotti, hanno intrapreso con noi un rapporto di collaborazione e fiducia reciproca.
Oggi siamo andati a visitare la Soc. Agr. Brintazzoli s.s. di Castel Guelfo (BO): ci accoglie subito con il sorriso franco e la tipica ospitalità di questa regione, uno dei fratelli titolari dell’allevamento, Stefano Brintazzoli.
Anche in questo caso si tratta di un’azienda familiare e composta da due generazioni: 3 fratelli e 2 nipoti giovani, grazie ai quali da circa un anno, hanno intrapreso la strada dei controlli genetici su tutte le vitelline bianche e nere di circa un mese: questo ha consentito all’azienda di crescere in direzione di un’accurata selezione genetica che garantisca prestazioni e alta qualità dei capi. In ogni caso, Stefano ci tiene a specificare che tutte le scelte gestionali, anche minime, vengono prese da tutti e 5 i familiari soci.
Scegliere la selezione genetica per garantire alta qualità del latte e benessere della mandria
Stefano ci spiega che attualmente sono attivi con 270 capi in lattazione, mentre il numero totale di animali, tra grandi e piccoli, si aggira intorno ai 560/570; l’allevamento è a circuito chiuso, nel senso che l’intero reinstallo delle femmine è allevato da loro, selezionato geneticamente e messo in produzione, i maschi invece vanno tutti in allevamenti da carne bianca.
La mandria è divisa in tre gruppi: il primo è quello delle fresche, il secondo di circa 50 manze, che restano separate dalle altre fino alla gravidanza, infine il terzo, che include 130/140 vacche, a cui si aggiungono le manze avanti con la gravidanza e le vacche no fec.

Circa 3 anni fa hanno scelto di lavorare sul sessato, affidandosi ad una ditta americana: migliorando la selezione genetica, avevano l’obiettivo di migliorare il problema del sovraffollamento nelle stalle.
Stefano ci spiega le loro strategie aziendali: gli animali da carne, maschi o femmine che siano, hanno tutti la stessa destinazione, mentre le Frisone nascono praticamente tutte femmine; l’anno scorso sono arrivati addirittura al 93% di femmine nate sul sessato. Tutto ciò supportato anche dalla decisione di effettuare test genetici su tutti gli animali a circa un mese dalla nascita. Evidente è l’orgoglio e la competenza di chi ama profondamente un lavoro difficile ma che sa regalare grandi soddisfazioni.
L’area dello Squacquerone Dop richiede latte di alta qualità
In media ogni anno in azienda servono circa 100 femmine per la produzione: si evitano così sovraccarichi e si migliora il benessere generale. Il latte prodotto viene utilizzato come latte alimentare, in quanto l’azienda si trova proprio al confine tra Emilia e Romagna, nel bacino dello Squacquerone DOP, che si estende dal fiume Reno alla provincia di Ferrara sud fino a Rimini. Da circa 8 anni, con la produzione triplicata ed è stato necessario ripartire il latte su 3 diversi caseifici.
Per quanto riguarda la composizione del latte e le produzioni medie, l’azienda si è orientata verso una produzione non esagerata ma di qualità. Inoltre, abbassando un po’ la produttività hanno ottenuto un risparmio di costi sui trattamenti, sul latte scartato e un miglioramento della longevità. La produzione media al giorno è di 32 lt., non altissima, ma l’azienda, come già accennato, preferisce puntare su selezione e sicurezza. A questo punto Stefano ci spiega in dettaglio perché, da alcuni anni, hanno deciso di adottare un impianto di mungitura a giostra, preferendolo ai robot: grazie ad esso, infatti, è stato possibile aumentare fino a 270 il numero dei capi in mungitura. La giostra completa 2 mungiture al giorno.
Parlando invece della composizione del latte, i risultati a livello qualitativo sono molto soddisfacenti, grazie alla scelta di un alimentarista capace di ottenere il massimo senza stressare gli animali, fornendogli tutti i nutrienti in modo equilibrato.
Stefano ci mostra con sicurezza le ultime analisi: i valori dei grassi sono a 4,86, quelli delle proteine 3,61 con il costante mantenimento stagionale di questi valori. Per l’azienda questo è un vanto, che porta a dei premi qualitativi importanti e a guadagni superiori di 3/4 centesimi rispetto allo standard.
L’esperienza con AHV: un rapporto costruito quotidianamente sulla fiducia e la trasparenza reciproca
Ma veniamo all’esperienza dell’azienda Brintazzoli con AHV: il primo impatto con il nostro consulente Vincenzo De Rosa, circa un anno e mezzo fa, benché sia stato inizialmente un po’ guardingo, ha trovato comunque Stefano molto aperto all’ascolto.
La prima volta che Vincenzo gli ha spiegato come funzionavano i nostri prodotti, Stefano Brintazzoli ne è rimasto incuriosito, ma senza abbandonare uno scetticismo di fondo: così ha chiesto consiglio al suo veterinario, fissando un nuovo incontro con il nostro consulente e il nostro vet aziendale, Francesco Castiglioni. Dopo questo secondo confronto si sono sentiti pronti a partire!
Trattamenti per la salute della mammella e per il controllo delle cellule: questo, ad oggi, il percorso di collaborazione dell’azienda con AHV che ha portato ottimi risultati
Finora sono stati trattati almeno 50 capi: appena in azienda hanno cominciato a guardare le analisi delle cellule, dopo alcuni mesi di trattamento, Stefano è rimasto sorpreso dai risultati davvero notevoli: “Ammetto, molto onestamente, che non mi aspettavo tanto! Abbiamo ottenuto un alta percentuale di successo sul totale trattato, considerando animali con problematiche di salute della mammella, alcuni animali con difficoltà persistenti e altri animali trattati solo per le cellule.

I prodotti AHV che Brintazzoli ha utilizzato fino ad oggi sono: AHV Extra, AHV Quick e AHV Aspi Liquid, ossia il protocollo mammella completo.
Stefano e Vincenzo ridono insieme, ricordando i primi momenti della loro conoscenza: questa la dice lunga sul rapporto di simpatia e fiducia che si è instaurato tra loro e insieme tra l’azienda Brintazzoli e AHV!
Interviene Vincenzo De Rosa, il nostro consulente, per aggiungere dettagli interessanti che aiutano a capire la facilità di adozione dei prodotti AHV: “La sapienza di Stefano è anche quella di viaggiare da solo, capito il meccanismo, si governa in completa autonomia, anche se il confronto con me è costante sia telefonicamente che incontrandoci periodicamente in azienda!”
Per la salute della mammella in particolare, hanno ottenuto risultati fantastici, sugli stessi casi precedentemente già trattati, senza risoluzione, con i metodi tradizionali, infatti Stefano, ancora una volta, ci dice la sua, argomentando le scelte fatte dall’azienda, sempre con professionalità e saggezza:
“I metodi tradizionali non hanno mai risolto al 100% una sfida in cui l’animale può imbattersi: non si va statisticamente mai oltre il 50 o al massimo il 60% dei recuperi.
I trattamenti AHV , al di là del costo, sono trattamenti importanti e validi, il loro costo è sopportabile, benché trattando una vacca in modo tradizionale forse i costi di trattamento sono forse leggermente inferiori, ma è fondamentale non dimenticare anche tutto il latte che deve essere buttato via in quel caso! Per ogni animale che incorre in queste problematiche si vanno a perdere anche 500€!
Utilizzando AHV al contrario, per quanto la produzione tenda naturalmente ad abbassarsi un po’, il latte si può tenere e i valori delle analisi dell’animale non risulteranno sballati, come avviene invece con il metodo tradizionale: questo ci garantisce il mantenimento di una posizione costantemente alta nelle classifiche generali di qualità (Classyfarm).”
Il nostro allevatore ammette di aver iniziato soprattutto per curiosità, anche dopo aver provato alcuni preparati naturali che però non erano stati efficaci (candelette), ma ormai è davvero convinto dell’adozione delle soluzioni AHV.
Sicurezza della modalità di somministrazione con i boli AHV
Gli chiediamo anche come trova la nostra modalità di somministrazione e se ha riscontrato difficoltà adottandola: “Il trattamento con i boli viene effettuato al parto, certamente è un po’ faticoso gestirli rispetto all’iniettabile, in quanto bisogna essere in due per somministrarlo, ma non incide sulla scelta del trattamento, considerandone l’efficacia e anche il fatto che in stalla non si è mai soli.”
Ci spiega inoltre di averli usati anche su animali che probabilmente non avrebbe recuperato con il trattamento tradizionale, riportando una riuscita molto elevata per la salute della mammella, per le cellule e per qualche animale con problematiche persistenti: la percentuale è simile a quella del trattamento classico ma il ROI è decisamente superiore, come già spiegato, grazie al recupero del latte: quindi un bel risultato sia a livello di salute animale che a livello economico.
E aggiunge: “Inizialmente non davo molto fiducia a questa novità, ma i risultati ci sono stati e sono indubbi!”
Siamo anche curiosi di sapere se consiglia AHV ad altri allevatori. In questo caso, ci dice con grande trasparenza che non ama insegnare ad altri. Crede che ogni allevamento sia una realtà diversa e a sé stante e come tale, ogni scelta deve essere valutata attentamente solo da chi la conosce a fondo. Quello che può andar bene per uno, magari è sbagliato per un altro. Anche se poi si mostra assolutamente disponibile a condividere i risultati ottenuti su richiesta dei colleghi.

E non possiamo che trovarci d’accordo con la sua saggia valutazione: per questa ragione AHV ha deciso di offrire un servizio di consulenza gratuito e altamente personalizzato su bisogni specifici evidenziati dal cliente e analizzati insieme grazie ai dati.
Quindi non vediamo l’ora di chiedergli cosa significhi per lui avere un consulente AHV dedicato: in tal senso è felice di sottolineare l’intelligenza e la trasparenza di Vincenzo, insieme a modi non ingannevoli, grazie ai quali si è costruito un rapporto di fiducia, iniziando passo dopo passo nella valutazione dei risultati.
Questo riflette l’immagine di AHV come un’azienda solida, i cui prodotti nascono dalla ricerca scientifica e dall’analisi dei dati.
E quali sono le prospettive per il futuro della collaborazione con AHV? Continuare a lavorare in questo modo oppure modificare qualche procedura?
Brintazzoli ci conferma la sua fiducia, alla luce dei risultati ottenuti finora, è convinto della validità del Protocollo AHV Salute della Mammella e anche del futuro nell’utilizzo dei boli, pur mantenendo l’attuale modalità di somministrazione, che garantisce la sicurezza dell’ingestione, rispetto ad un prodotto liquido. Inoltre sottolinea l’importanza di continuare a trattare il singolo animale, mantenendo l’occhio al risultato.
Al momento preferisce consolidare i risultati ottenuti, mantenendo gli equilibri raggiunti, anche se le prospettive di miglioramento non sono affatto escluse.
Da non trascurare il fatto che in azienda il focus rimane sempre quello di verificare i risultati attraverso i report, non lasciando nulla ad impressioni soggettive. Concludiamo la nostra intervista, con la visita delle stalle, della vitellaia e della sala mungitura, dove Stefano ci mostra il funzionamento dell’impianto a giostra, di cui avevamo precedentemente parlato.
Ancora una volta abbiamo incontrato un allevatore appassionato e attento al benessere della sua mandria, che ha scelto AHV come partner per migliorare la salute, la qualità e il ritorno economico!
Ringraziamo sinceramente l’Azienda Brintazzoli per il prezioso contributo fornito, la disponibilità e la competenza, nonché per il tempo che ci è stato dedicato in questa giornata, trascorsa insieme aprendoci le porte della loro ‘casa’.
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